All’interno di stanza buia un fascio di luce viene proiettato su una parete.. Il pubblico è invitato a esplorare lo spazio tra il proiettore e il muro, così che, guardando il muro, veda la propria ombra. Non appena viene rilevata la presenza di qualcuno nell’area di proiezione, un sensore Kinect allineato al proiettore avvia una registrazione video. Questi scatti vengono salvati ed elaborati in modo algoritmico e automatico, per dare loro la parvenza di ombre. Le ombre vengono riproiettate in modo casuale sulla parete, attingendo alle sempre più numerose registrazioni salvate.

Il risultato è la coesistenza tra le ombre reali e le ombre riprodotte dal sistema, acquisite durante le visite precedenti. I suoni vengono trattati in modo simile alle immagini, ovvero registrati e riprodotti successivamente, in sincronia con la componente visuale. Lo spettatore lascia tracce (ombre) della propria presenza nella stanza ed esplora quelle lasciate dagli altri. Il pavimento è ricoperto di sabbia che con il tempo viene ricoperta di impronte, in parallelo con proiezione.

Sviluppato in collaborazione con F. Zambianchi